Il Bruxismo

ragazza sorridente con bite - bruxismo

Per bruxismo si intende la tendenza a digrignare i denti in maniera non naturale, spesso come sovraccarico nervoso ed emotivo di una funzione rispetto ad un’altra.

Per questo motivo il movimento di digrignare i denti in maniera involontaria è considerato una “para-funzione”, vale a dire una possibilità effettiva di scaricare un impulso nervoso, ma senza nessuna necessità vitale od importante per il nostro corpo.

Il bruxismo viene trattato efficacemente con il metodo Save Your Breath grazie ad un particolare approccio che nasce dallo studio del canto.

Esiste una diretta connessione fra i muscoli della mascella e la zona cervicale.

Stringendo i denti si va necessariamente a contrarre tutta l’area neurologica che prende spazio nell’area sfenoidale del cranio, in particolare i cosiddetti processi pterigoidei, dove ha sede, trattandolo con un linguaggio più semplice, la nuca.

Ecco quindi che si evidenzia come nel “morso”, in particolare se prolungato e inconsapevole, avvenga una tensione progressiva che porta ad infiammare tutti i muscoli del volto, quelli del cranio, il nervo trigemino e l’area cervicale

Come intervenire su una funzione notturna involontaria che non permette quindi un vero e proprio controllo? Come ci accorgiamo di essere bruxisti? Quando interpretiamo correttamente i sintomi del disturbo?

Il bruxismo non può essere considerato infatti come una vera e propria malattia, ma rappresenta certamente un fastidioso e nocivo inconveniente spesso indipendente dalla nostra volontà. 

Quasi sempre i sintomi del bruxismo sono:

  • forte dolore cervicale al mattino
  • denti che dolgono nella parte superiore (sfregamento)
  • mal di testa e/o cefalea a grappolo (dovuti all’eccesso di sollecitazione dell’area sfenoidale).

Si cerca allora una conferma che spesso viene data dal nostro partner o da persone che possano monitorare il nostro sonno. Ecco che si viene a conoscenza di come il nostro mordere notturno provochi dolori a noi incomprensibili.

La risposta abituale è quella di inserire un bite (la placca in resina acrilica) fatto su misura dal dentista per annullare o almeno attenuare l’impatto fra le due arcate dentali.

In realtà non viene mai risolto il problema alla radice, di conseguenza i bruxisti “impenitenti” possono anche consumare i byte del dentista senza alcuna capacità di intervento. 

Il vero problema si trova a livello neurologico e consiste nel desiderio incontrollabile di digrignare i denti specificamente per scaricare la tensione.

Come è possibile intervenire quindi su questa modalità?

Il canto lirico e pop rappresenta un efficace antidoto al bruxismo.  Grazie all’esercizio si impara progressivamente (a seconda del tasso di intensità del proprio “stringere i denti”) ad allargare lo spazio osseo fra le due arcate dentali.

Si interviene proprio sui muscoli che rendono possibile l’apertura del piccolo agglomerato di ossa che si trova proprio sopra l’orecchio, nel piccolo cuneo dove è possibile infilare persino la punta di un dito.

Se  si tenta di allargare il più possibile la bocca come in un grande sbadiglio sorridente emettendo suono, ecco che tutte le ossa della mascella e del mastoide, con le vibrazioni del canto, inizieranno progressivamente a “respirare”.

Ovviamente si tratta solo di un’immagine, ma è vero che le micro-articolazioni che presiedono alla mascella stessa si allargheranno grazie agli esercizi mirati tipici dei cantanti classici.

Allargando le articolazioni intorno al mastoide e a tutta la cassa timpanica dell’orecchio il morso diverrà più ampio, e porterà quindi ad un “contro-movimento” che bilancerà progressivamente il desiderio di mordere in maniera serrata.

Da dove deriva il bruxismo?

Anche nella saggezza popolare esiste il notorio detto: “Stringi i denti”.

Viene utilizzato in particolare quando è necessario sopportare una prova particolarmente difficile, o superare un momento di grande sconforto, o resistere durante un periodo faticoso e pesante.

Stringere i denti ed utilizzare quindi la muscolatura del cranio e cervicale rappresenta nel pensare comune (e anche nella realtà) un modo efficace per sentire meno la fatica.

In quasi tutti gli sport che portino con sé un grande sforzo fisico, ecco che nel momento più impegnativo oltre ad aumentare lo sforzo muscolare si accompagni spesso ad esso un suono, che sia un verso, un “Ahhh” di fatica, una contrazione della gola, un ruggito.

Nessuno di questi suoni tendenzialmente sarà libero, ma anzi saranno tutti maggiormente stretti dalla bocca chiusa che li imprigiona. 

Save Your Breath ci porta in un mondo opposto, dove si studia per rilassare in maniera attiva la muscolatura della mandibola e della  mascella, un mondo dove tutte queste ossa siano in consonanza morbida di vibrazione fra loro, un mondo dove sia possibile veramente cantare “a bocca aperta” e lasciare che le tensioni della zona cervicale non scarichino sulla fragile area dove è più semplice ed immediato portare lo sforzo massimo: i nostri denti.