Che cos’è il Belting

Quasi tutte le mie allieve ed allievi desiderano cantare in Belting.

È un termine britannico che deriva dal Musical Theatre, quindi da un teatro dove veniva richiesto un grande volume di voce sino ad una gamma di suoni molto acuti senza vibrare come nell’opera lirica.

Oggi come oggi il temine Belting viene utilizzato sia per il Musical Theatre, che per il canto pop vero e proprio; rappresenta un suono pieno, corposo, con una corda perfettamente adesa ed una laringe mobile che permetta l’utilizzo della cassa di risonanza del petto.

Ecco perché è molto importante sottolineare che esista un Belting di petto ed un Belting di testa, che vengono spesso confusi fra di loro. Andando più nel tecnico, di cosa stiamo parlando?

Il Belting di petto e il Belting di testa

I meccanismi di emissione del suono si suddividono in due macroaree: la voce di petto, o M1 (meccanismo 1) e la voce di testa, o M2 (meccanismo 2).

La voce di petto, più vicina alle note del parlato, è quella considerata più forte, calda, gradevole, efficace: per questo motivo l’istinto è proprio di trascinare la M1 sino alla sua altezza massima, e tentare di avere anche acuti in M1, che si scontrano con la fisiologia della laringe.

La M2, infatti, rappresenta l’emissione “girata”, vale a dire la voce di testa, che può essere sia piena che accennata, che può essere soave o stridula, ma che comunque presa in sé e per sé è molto diversa da quella di petto.

In cosa consiste buona parte dell’arte del canto? Nell’armonizzazione dei registri.

Passare da M1 a M2 è una faccenda delicata, professionale, non improvvisata. Si tratta prima di tutto di IDENTIFICARE le due sezioni, sentirne bene le differenze, apprenderne i limiti, ed accettare che occorre un ottimo movimento laringeo per creare l’insieme di queste due voci: il Mix, o in gergo tecnico la Mixed Voice.

Avremo quindi una M1 che mixa in M2, privilegiando una cavità di petto sia respiratoria che di connessione laringea, e una M2 che mixa in M1 privilegiando un attacco nei risuonatori di testa, nell’apertura dentale dell’arcata superiore, con una respirazione dorsale e lombare.

Una voce più “grave” e meno mobile e una voce più “acuta”, ma più mobile. I mix fra queste due possibilità sono infiniti. Dipendono dalla scrittura del brano che si va a cantare, dallo stile, dalla voce che si vuole ottenere, dalla situazione momentanea della didattica del cantante stesso.

Cantare in Belting

Per esperienza personale sino a quando non si abbia chiarezza dei due meccanismi M1 ed M2 risulta quasi controproducente parlare di Belting

L’allievo che inizia a studiare tenterà sempre e comunque un approccio di canto in Belting, anche per mettersi alla prova e verificare la sua capacità alla prima lezione.

Questo atteggiamento vocale di slancio non va assolutamente scoraggiato, ma va preparato l’allievo a quello che sarà un esperimento “circolare”.

Inizialmente l’allievo canta con entusiasmo: simula un Belting, si assesta normalmente su una prima ottava con una grande spinta vocale e si scontra quasi immediatamente con l’incapacità di mixare in M2, e di conseguenza con la “stretta” sugli acuti.

Normalmente parliamo di un allievo inconsapevole, come è giusto che sia, che non apre la bocca a sufficienza ma che emette una grande quantità di aria aiutandosi con la spinta della laringe. Tendenzialmente tutto quanto sta sotto la laringe viene ignorato.

L’allievo che comincia a studiare va incoraggiato

La prima cosa da fare sarà insegnare a smettere di spingere. Togliere la spinta laringea comporta un’immediata “timidezza” vocale, e una conseguente esplorazione della M2, voce nuova di contatto con l’acuto che viene inizialmente toccata nel suo “giro” in testa, e poi riassorbita facendole perdere un vibrato caprino o laringeo. 

Lo studio si concentra allora sull’ apertura della bocca, la scoperta dei risuonatori mascellari, il graduale sblocco dello sterno-cletomastoideo e di conseguenza il rifugio delle fughe ossee del mastoide inferiore e superiore.

Ecco che a questo punto può subentrare la scoperta della respirazione dorsale e lombare, dove mediante specifici esercizi si allontana l’attenzione dal grande retto addominale, dalla bocca dello stomaco come agglomerato di forza e si tenderà a liberare la laringe “di conseguenza”, senza pensarci, mobilizzandola.

Che cos'è il Belting

Il Belting in M2

Solo a questo punto si parlerà di Belting in M2, riconducibile come vibrazioni ad un Extreme Mix Singing che non ad un belting vero e proprio.

Lo scopo di questo “giro di Peppe” è la progressiva perdita di attenzione sulla spinta frontale dell’emissione, per imparare a lavorare su una voce “posteriore”, che vibra nei risuonatori nucali, e che avrà un belting sviluppato nel mix singing tanto più sarà appreso il rialzo del palato molle e il distacco dell’arcata superiore dentale dall’inferiore.

Il suono di questo belting M2, pulito e senza eccesso di vibrazione, in consonanza, è molto bello e rappresenta inoltre per l’allievo la vera scoperta nel viaggio degli acuti, che da striduli e stretti diventano progressivamente morbidi e tenuti, armonici, seppur mancanti di un forte radicamento nel corpo e spesso con la laringe parzialmente sollevata.

Gli allievi sperimentano inoltre come sia più facile avere un primo mix discendente (da M2 in M1) piuttosto che uno ascendente che ancora viene gestito con spinta e scarsa elasticità.

Il tempo di studio per arrivare seriamente a questo punto di lavoro si aggira fra i 12 ed i 18 mesi con un lavoro continuo e settimanale. 

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